Eritoplachia: sintomi e cura

Quando si parla di eritroplachia (chiamata anche eritroplasia) si fa riferimento, in ambito clinico, ad una specifica macchia rossa che si forma sulla mucosa orale. Nel momento in cui si intravedono delle macchie rosse, quindi, la soglia di attenzione deve essere massima, in maniera tale da poter curare adeguatamente questo problema con terapie e chirurgia maxillo facciale.

L’eritroplachia, infatti, non è altro che una lesione precancerosa: in poche parole, il tessuto si presenta modificato e ci sono elevate probabilità che ciò porti ad una neoplasia maligna (si parla di carcinoma squamo-cellulare).

L’Organizzazione Mondiale della Sanità differenzia le precancerosi in base alla loro natura, distinguendole tra potenziali, obbligate e vere.

Tra le precancerosi vere troviamo la candidosi cronica iperplastica e la leucoplachia verrucosa diffusa, mentre tra le precancerosi potenziali dobbiamo sicuramente evidenziare la presenza della leucoplachia, in cui si forma una macchia bianca sulla mucosa orale.

Le eritroplachie, invece, rientrano in quelle che vengono definite precancerosi obbligate.

Quali sono le possibili conseguenze dell’eritroplachia

Nel momento in cui si ha a che fare con l’eritroplachia, il pericolo che possono trasformarsi in qualcosa di più grave è davvero elevato: il grado di rischio è maggiore in confronto ad ogni altra precancerosa che va a colpire il cavo orale.

Tra studi e letteratura, la trasformazione neoplastica ha una probabilità che va dal 14 al 50 percento, anche se in diversi casi la percentuale sale addirittura fino al 90%.

Da cosa deriva e come si presenta la eritroplachia

Principalmente, i più importanti fattori che possono provocare l’eritroplachia sono rappresentati dall’alcool e dall’eccessivo utilizzo di tabacco.

Dal punto di vista prettamente clinico, si tratta di una lesione la cui superficie è decisamente liscia e priva di alterazioni con dei margini che, nella maggior parte dei casi, sono poco chiari.

La particolare colorazione rossa, decisamente intensa, è causata dal fatto che l’epitelio è diventato così sottile al punto tale che permette di vedere il connettivo che sta al di sotto

Qual è la terapia per l’eritroplachia

Per curare l’eritroplachia è necessario un intervento chirurgico, sempre seguito da un esame istologico: quest’ultimo è molto importante per verificare che diverse zone della lesione possono essere caratterizzate dalla presenza di sintomi di trasformazione maligna.

La prevenzione è il sistema migliore per evitare la formazione dell’eritroplachia: si devono ovviamente abbandonare tutti quegli elementi che possono aumentare il rischio di contrarla (fumo ed alcool) e tenere sotto controllo la mucosa orale con visite odontoiatriche frequenti.

venerdì 14 agosto 2015
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